WIKILEAKS METTE A NUDO L’IMPERIALISMO

I crimini di guerra in Iraq e Afghanistan, il ruolo degli Usa nella politica estera, il precedente di Trotskij nel 17.

Da quando Wikileaks esiste, cioè da quattro anni, ha ricevuto diversi riconoscimenti (tra cui Amnesty) per il suo ruolo: pubblicare in forma anonima documenti aziendali o governativi tenuti nascosti. Grazie a questo strumento il mondo ha potuto conoscere le “meraviglie” delle operazioni militari in Iraq e Afghanistan, gli abusi dei soldati americani nella prigione di Guantanamo Bay, gli scarichi nocivi dell’azienda petrolifera Trafigura, la lista degli appartenenti al fascista British National Party ecc… Ma ciò che ha fatto scatenare le furie dei governi è stata la recente pubblicazione di milioni di pagine di documenti provenienti dagli uffici diplomatici di tutto il mondo.
Subito ci sono state le prime vittime: è stato infatti licenziato il capo dello staff del ministero degli esteri tedesco accusato di aver fatto la spia agli americani. E subito si sono conosciute alcune verità come le pressioni di Arabia Saudita e Bahrein in favore di un attacco militare contro l’Iran (che potrebbe spiegare come gli Usa non siano disposti ad attaccare la repubblica islamica), ma anche le preoccupazioni americane sulla precarietà del governo pakistano.
Dal momento che solo un piccola parte di questi cablogrammi è stata rivelata ci piacerebbe sapere quale è il vero ruolo degli Usa nel tentato golpe contro Chávez in Venezuela nel 2002, oppure nel rovesciamento del presidente honduregno Zelaya. Molto probabilmente ci saranno delle rivelazioni ancor più scottanti, e questo fa si che la repressione contro Wikileaks e il suo portavoce, Julian Assange, sia determinata. Dopo che il professor Tom Flanagan, il consigliere strategico del primo ministro canadese ha chiesto via Tv a Obama di assoldare un killer per uccidere Assange, e dopo che lo stesso è stato accusato di stupro in Svezia come scusa per poterlo estradare nel paese scandinavo, il sito ha subito una serie di attacchi DDoS (Disturbed Denial of Service) con lo scopo di non renderlo più in grado di erogare il servizio (fallendo, poiché sono stati creati dei siti mirror in tutto il mondo, moti dei quali al di là della portata degli Usa), Julian Assange è stato arrestato. Ma il panico dei governi è teso a crescere. Esiste infatti un file criptato che sarà inaccessibile fino a quando ad Assange “non verrà torto un capello”: se gli succede qualcosa un codice romperà la cifratura e ancor più sconvolgenti verità verranno a galla, come se questo file fosse veramente un’assicurazione sulla vita del giornalista australiano. L’impero più potente mai esistito sulla terra ne esce così malconcio, e tutto questo nella sua fase di irreversibile declino.
Non da oggi, chi si riconosce nella tradizione socialista e antimperialista, difende queste rivelazioni lottando per l’abolizione della segretezza nella diplomazia. All’indomani della prese del potere dei bolscevichi in Russia, Trotskij, allora commissario del popolo per gli affari esteri fece una cosa molto simile, ovviamente senza avere a disposizioni gli strumenti tecnologici odierni. Uno dei suoi primi atti fu infatti quello di pubblicare tutti i trattati segreti della Triplice Intesa che mostravano al mondo i disegni di Regno Unito, Francia e Russia finalizzati alla ridistribuzione delle colonie nel mondo e a ridisegnare le linee sulla mappa dell'Europa, ovviamente mandando i lavoratori dei diversi paesi a massacrarsi l’un l’altro.
La segretezza è essenziale per il funzionamento delle relazioni in un mondo dominato dal sistema di produzione capitalista. Se, come noi pensiamo, lo Stato è l’apparato organizzativo della classe dominante, esso agisce contro la maggioranza della popolazione, decretando molte sue decisioni per mantenere un bell’aspetto. Al contrario, i progressi della tecnologia e delle comunicazioni, frutto dello sviluppo capitalistico ma che si scontrano col capitalismo stesso e le sue caratteristiche (lo stato e la proprietà privata dei mezzi di produzione), sono e saranno uno strumento indispensabile per la pianificazione democratica dell’economia mondiale e per il raggiungimento della collaborazione e della pace.

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