SMASCHERARE I FASCISTI DEL XXI SECOLO. ORA!

Oggi come ieri, il fascismo rimane un movimento reazionario e violento al servizio del sistema capitalista.

L’antifascismo  non è una scelta “ideologica”, ma il riconoscimento di quello che fu un movimento e regime reazionario e opportunistico che utilizzò il terrore e la violenza contro i lavoratori urbani e rurali e gli avversari politici, pur di raggiungere il potere statale. Gli aspetti secondari dell’iniziale movimento fascista (futurismo, reducismo, una certa demagogia socialisteggiante e giovanilistica, ecc.) non devono ingannare sulla loro vera essenza: cani da guardia del sistema capitalistico.
Attualmente i neofascisti devono guadagnare rispettabilità, mostrando sensibilità “sociale” e nonostante siano tanto subdoli e menzogneri quanto i vecchi squadristi, oggi dopo le azioni violente provano a presentarsi come vittime dei cattivi “antifascisti drogati” (come anche 3 giorni fa quando hanno aggredito con i coltelli degli studenti a Napoli), mentre i vecchi squadristi un po’ più balordi di quelli moderni, si facevano gran vanto delle loro violenze e torture. Inizialmente i fascisti erano al sevizio dei proprietari agrari contro i contadini, poi anche degli industriali, col sostegno spesso di prefetture e polizia. Anche in Sardegna (finanziati dall’industriale Sorcinelli, proprietario dell’ Unione Sarda) organizzarono pestaggi e violenze contro gli operai del sugherificio di Tempio Pausania, nel distretto minerario di Iglesias, a Olbia e devastarono la Camera del lavoro di Sassari nel giugno del 1922. Bisogna dire che in Sardegna si poterono affermare solo dopo la salita al governo (ottobre 1922), poiché il Ps d’Az composto in gran parte di ex combattenti, rispondeva con successo alle violenze fasciste e li zittì per parecchio tempo. Nonostante l’abbondante demagogia di sinistra che utilizzavano (ancora nel ’34 Mussolini stesso parlava di autogestione del popolo!!), per i fascisti i lavoratori non avevano alcuna voce in capitolo nella società, ma erano subordinati in tutto e per tutto allo Stato, che permetteva tutti gli arbitri possibili dei datori di lavoro, e alla sua soffocante pressione delle tasse. Secondo i rapporti dei Prefetti fascisti degli anni ’30 i 3/4 delle famiglie della provincia di Sassari e di Nuoro era indebitata per pagare le tasse del regime, e anche l’Ovra (la polizia politica) lamentava il diffuso scontento verso il regime. Per garantire la redditività delle imprese capitalistiche colpite dalla crisi e per contenere i salari cresciuti tra il 1920-24 in seguito alle lotte operaie, il fascismo si diede gran da fare. Finanziò coi soldi pubblici le industrie pesanti, che inizialmente avevano finanziato il movimento e il partito fascista: appena insediato Mussolini stanziò 400 milioni per il colosso siderurgico Ansaldo; sebbene avesse agitato una propaganda anti-usura (tema caro ai neofascisti anche oggi) contro le banche  il fascismo riversò un’autentica pioggia di soldi pubblici sulle banche, per garantire i profitti. Stanziò 4 miliardi per salvare la Banca Commerciale, e tante altre; con l’IMI stanziò 5 miliardi per finanziare l’industria privata, dal 1933 con l’IRI accordò 85 milioni all’anno di sovvenzioni sempre all’industria privata ed emise obbligazioni per un miliardo, si accollò i debiti della SIP per 600 milioni e di altre imprese per somme ingentissime. Secondo l’ex ministro fascista Stefani tra il ’22 e il ‘34 stanziò 43 miliardi per opere pubbliche, di cui 28 pagati, mentre la disoccupazione negli anni ’30 si attestava tra l’11% e il 23% (la differenza è data dal cattivo stato delle statistiche fasciste) e i salari caddero, sempre secondo fonti fasciste, del 50% circa tra il 1927 e il 1932. Queste spese folli portarono un’inflazione che fu mascherata truccando i conti, e solo lo scoppio della guerra impedì al regime di collassare per le sue contraddizioni economiche prima che politiche. Nella RSI Mussolini cercò di recuperare la demagogia “socialista”,  e mentre deportava il 20% degli ebrei italiani nei lager tedeschi, e le bande di Pavolini, segretario del partito fascista, commettevano torture e uccisioni che fecero rabbrividire pure i nazisti, parlava di controllo operaio e di produzione socializzata! Il fascismo rimane semplicemente una forza politica che tende alla barbarie.

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