Proponiamo tre direttrici di intervento: intervento studentesco, mutualismo, Anpi. Sei un destinatario?
Come è possibile che un manipolo di sfigati figli di papà che si tirano a cinghiate tra loro ai concerti possano far emergere i limiti della sinistra - nelle sue svariate forme - sassarese? Che sia l’illusione che si possano risolvere tutti i problemi con le elezioni o con la creazioni di associazioni (quante ce ne sono a Sassari?) di derivazione elettorale oppure propedeutiche alla ricerca della preferenza? Pensiamo di si.
Ma ora, in queste poche righe vogliamo fare delle proposte chiare per colmare un vuoto reale che rischia di essere riempito diversamente. E iniziamo col dire subito che sia l’antifascismo militante, che quello costituzionale sono delle forme ormai del tutto insufficienti per condurre una battaglia.
Non saremo certo noi a rifiutare metodologie di autodifesa (ad iniziare dai servizi d’ordine nei cortei) quando sarà l’occasione, ma siamo in un momento in cui lo scontro fisico (così come tutte quelle occasioni che lo rendono inevitabile) è funzionale al loro gioco: quello di presentarsi come dei bravi ragazzi vittime di una sinistra intollerante. Allo stesso tempo non saremo noi a disdegnare la carta costituzionale figlia della resistenza, ma non basta appellarsi alle istituzioni per far si che i fascisti scompaiano da Sassari (ci rivolgiamo a chi da loro le autorizzazioni per i loro sit-in e banchetti?) e dal mondo intero.
Per questo le nostre proposte hanno più a che fare con il sociale. Antifascismo di classe? Ebbene si! Dobbiamo sempre ricordarci che il fascismo e la sua retorica socialisteggiante attecchiscono maggiormente in contesti di crisi e, con buona pace degli elettoralisti, la Giudici e Ganau non fanno di Sassari e provincia un paradiso per lavoratori, studenti e pensionati. Fatte salve le competenze e le soluzioni che da queste devono derivare, gli stati generali convocati a ogni muover di foglie nel palazzo Sciuti servono forse a togliere la provincia dai suoi tristi primati? Oppure la politica di edilizia popolare di Ganau e della sua giunta serve a rendere inutili le proposte (che già inutili lo sono visto che non intaccano minimamente il potere dei palazzinari) del mutuo sociale? Basta così, ci fermiamo e arriviamo, finalmente, alle proposte.
Per prima cosa occorre rompere con la destra nelle scuole e nelle università. Non si può e non si deve continuare a cadere nell’apoliticismo (“per non spaventare!”) funzionale al recepimento del semplice messaggio “Né rossi, né neri, ma liberi pensieri!” del Blocco studentesco (CasaPound), così come la si deve smettere di fare liste elettorali contenenti fascisti (magari nel pieno della lotta, deviandola). E per questo, anche se finora abbiamo fallito, continuiamo a proporre la creazione di un unico collettivo di sinistra con una piattaforma di classe e con un’organizzazione interna democratica per una libera discussione.
In secondo luogo pensiamo che sia il caso di iniziare ad aggregare una vasta area di sinistra intorno a delle pratiche sociali e mutualistiche. Sappiamo che gruppi di acquisto popolari per resistere al carovita, ripetizioni popolari, casse di resistenza hanno in sè alcune contraddizioni indicando il problema ma non la soluzione, ma possono contribuire al riavvicinamento alla politica e al tempo stesso contribuire ad elevare il dibattito sulle soluzioni (che per noi, e non lo nascondiamo, sono di rottura rivoluzionaria) a questa crisi. L’ex-q che già si muove sul campo della cultura e del sociale, attaccata da destra e da estremisti cattolici in modo insolente, può e deve essere un laboratorio in tal senso.
Infine proponiamo un’iscrizione massiccia all’Anpi e alle sue sezioni nel nostro territorio. L’Anpi ha bisogno di giovani e deve andare oltre le ricorrenze. Vogliamo farla diventare un polo di attrazione, di discussione e di organizzazione del da farsi di volta in volta o vogliamo continuare a fare ridere i fasci su facebook, dividendoci tra chi vorrebbe dar loro anche una fetta di culo e chi invece pensa di risolvere tutto “a ciaffos”, per poi arrivare alla scadenza e non concludere nulla?
Vogliamo combattere il fascismo sul nostro terreno. È troppo? Noi siamo qui! Tu?
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