RESPINGERE LA MANOVRA AL MITTENTE! ORA!

La manovra da 70 miliardi, un salasso con il beneplacito di Napolitano e dell’opposizione responsabile.

La manovra del governo Berlusconi, approvata anche grazie anche al senso di responsabilità nazionale delle opposizioni di Pd, Idv e Udc, rappresenta un attacco senza precedenti al reddito dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, nonché la distruzione di quel che ancora rimane dei servizi pubblici e sociali. Un salasso da oltre 70 miliardi per arrivare al pareggio di bilancio nel 2014. Cosa prevede la manovra?
Si prevedono tagli drastici agli enti locali per circa 10 miliardi di euro con conseguenti effetti nei servizi pubblici, nei trasporti, nell’assistenza sociale per le fasce più deboli, negli asili e nell’istruzione e in tutta quella spesa pubblica in funzione del benessere dei cittadini. Colpita anche la sanità pubblica. Ai ticket per la diagnostica, che in Sardegna sono più cari delle altre regioni (46 € rispetto a 36) si dovranno caricare ulteriori 10 €. Per quanto riguarda le richieste al pronto soccorso che rientrano nel codice bianco il pagamento di 25 € è già previsto in Sardegna. Ma dal 2014 verranno introdotti i ticket aggiuntivi su qualsiasi prestazione sanitaria con l’obiettivo palese di distruggere la sanità pubblica in favore di quella privata e a svantaggio delle fasce più deboli. Quota stimata per 5 miliardi di euro. Non va meglio per il mondo del lavoro. Per i lavoratori del pubblico impiego verranno bloccati i salari fino al 2014. Da questa mossa verranno incamerati intorno ai 3 miliardi. Il collocamento verrà liberalizzato anche nelle scuole medie e superiori, nelle università, nei comuni (negli enti privati dove è già previsto). Non potevano mancare le pensioni: la manovra prevede un ingresso di 4,5 miliardi attraverso l’aumento dell’età pensionabile a 65 per le lavoratrici del settore privato. Inoltre è stato ulteriormente accelerato il meccanismo automatico di aumento dell’età della pensione per tutti, uomini e donne: dal 2014 serviranno 41 anni e tre mesi per poter lasciare il lavoro. Non è ancora definita la svendita del patrimonio pubblico ma le privatizzazioni delle aziende municipalizzate rappresentano un bottino ambito da parte dei privati che vale tra i 30 e 35 miliardi di euro. Le municipalizzate gestiscono nelle comunità locali i trasporti, l'elettricità, i rifiuti, l'acqua e Tremonti spingerà per la privatizzazione «attraverso un sistema di incentivi e disincentivi». Detto in soldoni, chi si adegua e vende i beni comunali riceverà i contributi dello stato, che mancheranno invece ai sindaci che si opporranno, alla faccia delle autonomie locali. Toccherà anche all’acqua nonostante il referendum? Altre chicche. I piccoli risparmiatori che hanno investito nei Bot o in altri titoli pubblici pagheranno una imposta da bollo molto più cara. Così come più cara sarà la giustizia: se un lavoratore viene licenziato e vuole ricorrere alla giustizia, a meno di aver dichiarato nell’anno precedente un reddito inferiore ai 21.000 euro, deve anticipare una somma (il contributo unificato) che va da una ventina di euro, per cause di scarsissimo valore, fino a oltre 500 per le controversie più importanti. Per le cause che hanno per oggetto la costituzione di un rapporto di lavoro (ad esempio la maggior parte di quelle dei precari o quelle sull’articolo 18), dal valore “indeterminabile” (stando a quanto dice il decreto) il balzello è di 225 Euro. Una vergogna! Ma la manovra prevede anche una legge delega tesa a modificare radicalmente il sistema fiscale e assistenziale. Nello specifico, 6 miliardi di aumento dell’imposizione indiretta, cioè dell’IVA, cosa che penalizzerà i più deboli. Ma la progressività delle imposte, sancita dalla Costituzione, viene violata anche con l’introduzione di tre sole aliquote (20, 30 e 40%) per quanto riguarda l’imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef): i redditi più alti che finora avevano una aliquota al 43% vedranno una drastica riduzione delle tasse. Sul versante delle pensioni di reversibilità si opterà per concederne meno e di minore importo. A pagare di più saranno soprattutto le donne che oltre a dover subire la perdita del coniuge, si vedranno anche private di tutta o parte della reversibilità. Occorre reagire davanti a tutto ciò!

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